Cesenatico è un comune costiero dell’Emilia-Romagna, si trova nella provincia di Forlì-Cesena.Conta oggi 25 760 abitanti.

Il porto di Cesenatico venne costruito nel 1314 come sbocco sul mare della città di Cesena; venne distrutto e ricostruito lungo il corso di tutto il Medioevo e la prima età moderna sia per le continue lotte tra i nobili dei territori limitrofi e i rappresentanti dello Stato della Chiesa sia per le frequenti incursioni dei pirati. Nei primi anni del XVI secolo fu Leonardo da Vinci a disegnare la fisionomia del porto.

Cesenatico diventò comune autonomo nel 1798 grazie all’arrivo delle truppe napoleoniche. L’annosa disputa con Cesena si risolse definitivamente con i moti risorgimentali, e il passaggio in città di Garibaldi consolidò in città una forte tradizione repubblicana.

Durante il regime fascista Cesenatico diventò meta balneare “popolare” di cura e soggiorno per centinaia di bambini e ragazzi; ancora oggi sono presenti vicino alla spiaggia alcune colonie costruite dal regime. Una grande parte della città fu distrutta dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale; sono ancora visibili alcuni bunker tedeschi posizionati sulla costa per timore di sbarchi alleati. La liberazione avvenne il 20 ottobre 1944 con l’arrivo delle truppe alleate neozelandesi.

Tra l’estate del 1943 e quella del 1944 Augusto Degli Angeli, proprietario di una fabbrica di Cesenatico, si prodigò per salvare un ebreo viennese, Bernhard Brumer, e la sua famiglia.

Bernhard Brumer  era un ebreo austriaco (Vienna, 18 febbraio 1894) impiegato presso la ditta Thonet-Mundus, che produceva mobili in legno curvato.

Il 19 gennaio 1920 si sposò a Vienna, con rito ebraico, con Helene Rosenbaum (Vienna, 21 febbraio 1894), e nel 1922 ottenne la direzione della Casa italiana Fratelli Thonet, con sede a Milano, dove si trasferì con la moglie nel 1923.

Dopo la crisi del 1929 e il fallimento e la liquidazione della Fratelli Thonet, Bernhard intraprese una carriera indipendente come concessionario di vendita, entrando in relazione di affari con molte fabbriche italiane, tra cui la cesenaticense ADAC di Augusto Degli Angeli.

Scoppiata la guerra, il 21 ottobre 1940 Bernard Brumer, in quanto ebreo straniero, venne arrestato e, dopo un breve periodo trascorso nelle carceri milanesi, il 4 novembre fu assegnato al campo di internamento di Nereto (TE), mentre Elena e la madre rimasero a Milano.

Augusto Degli Angeli, che col tempo ne aveva apprezzato le doti professionali e umane, più volte scrisse personalmente alla direzione del campo di Nereto e alla prefettura per chiedere che si concedesse a Bernard Brumer almeno una licenza di quattro o cinque settimane nell’interesse della fabbrica romagnola. Dopo un periodo di andirivieni tra Nereto e Cesenatico (FC) a seguito di continue richieste di permessi temporanei, grazie anche all’aiuto del maresciallo dei Carabinieri di Cesenatico, Enrico Pellegrini, Bernhard ottenne dal giugno del 1941 una proroga duratura.

Degli Angeli oltre al lavoro di direttore offrì anche ospitalità alla moglie e alla suocera di Bernard, e queste tra agosto e settembre lo raggiunsero a Cesenatico.

Per mettersi al riparo dal probabile incrudelire della situazione, nella primavera del 1942 i tre si battezzarono, ma neanche questo servì loro per sottrarsi alla ferocia che si scatenò dopo l’occupazione tedesca e la creazione della Repubblica Sociale Italiana.

Diventata dunque la permanenza dei Brumer a Cesenatico ogni giorno meno sicura, il parroco della cattedrale cesenaticense, don Lazzaro Urbini, convinse Bernhard che nella mutata situazione doveva cambiare identità e nascondersi fino alla fine della guerra, che si sperava prossima, in un podere che la famiglia del parroco possedeva nella frazione di S.Vittore di Cesena. Perché potessero muoversi con maggior sicurezza, ai Brumer vennero forniti dei documenti falsi: il suo nuovo nome fu Umberto Sassoli o Sasselli e, grazie all’ottima padronanza della lingua, non avrebbe avuto problemi a farsi passare per uno dei tanti sfollati che si rifugiavano in campagna per sfuggire ai bombardamenti.

Nel frattempo non erano finiti i contatti con il suo benefattore Degli Angeli, che continuava ad inviargli segretamente cibo e denaro.

Questa rete di solidarietà non bastò tuttavia a salvare i coniugi Brumer, che furono arrestati il 9 (Bernhard) e il 10 (Helene) agosto 1944 in seguito a una delazione (o confessione estorta con la tortura), da fascisti cesenati, che poi li trasferirono al carcere giudiziario «Caterina Sforza» di Forlì.

Da qui il 5 (Bernard) il 17 settembre (Helene) vennero prelevati con altri prigionieri, portati all’Aeroporto di Forlì, condotti sull’orlo delle buche prodotte dalle bombe alleate nel campo, uccisi con un colpo alla testa e spinti nel cratere.

La madre di Helene, Henriette Uiberall, che era stata risparmiata dai fascisti in considerazione della sua età avanzata, rimase nella casa di San Vittore, accudita dalla famiglia di don Adamo Carloni, fratellastro di don Lazzaro, fino al passaggio del fronte, avvenuto più di due mesi dopo.